lunedì 14 ottobre 2013

"La Prosivendola", Daniel Pennac


In attesa del film tratto da “Il paradiso degli orchi” (che purtroppo a quanto pare in Inghilterra non verrà distribuito), la Lettura Precaria di oggi è il terzo capitolo della saga della stramba famiglia Malaussène. Dopo aver aiutato a risolvere il caso degli anziani tossicodipendenti di Parigi, di cui inizialmente era stato accusato ne “La fata carabina” (vedi recensione), Benjamin Malaussène torna alla sua vita di sempre in compagnia della sua strana famiglia di orfani, alla sua amata Julie e ai due nuovi arrivati, l’ispettore Van Thian e la piccola e iraconda Verdun, nata da poco e subito abbandonata dalla mamma Malaussène, fuggita a Venezia col suo nuovo amore, il commissario di polizia Pastor. Benjamin però ha un nuovo cruccio, oltre a quello di essere il Capro Espiatorio delle Edizioni del Taglione: Clara, la sua adorata sorella minore, ha conosciuto un uomo e lo sta per sposare, contro la sua volontà. Il suo nome è Clarence (“Clara e Clarence… m’immagino la faccia della regina Zabo se avesse trovato una cosa del genere in un manoscritto! Clara e Clarence! Nemmeno la serie Harmony avrebbe il coraggio di inventarsi una perla simile.”) Sant’Inverno, ha quasi sessant’anni ed è il direttore di un carcere modello parigino. Qui egli porta avanti idee rivoluzionarie sulla detenzione dei criminali, che considera creatori che non hanno trovato un’occupazione, e li indirizza verso le arti. C’è chi dipinge, chi recita, chi scrive e chi suona i più svariati strumenti musicali. Tutto sembra perfetto, meraviglioso e paradisiaco, finché, la notte prima del matrimonio, Sant’Inverno non viene brutalmente trucidato. La famiglia Malaussène è di nuovo implicata in una torva storia di violenza ma questa volta, invece di gettarvisi a capofitto nel tentativo di risolvere il caso, Benjamin e i suoi fratelli decidono, su consiglio del commissario Rabdomant che ormai ne conosce la capacità di ficcarsi nei guai, di dedicarsi a tutt’altra attività: la Regina Zabo infatti chiede a Benjamin di interpretare un famosissimo scrittore, che ha venduto milioni di copie di romanzi molto commerciali, e per questo disprezzati da Benjamin ma adorati dalle sue sorelle. Il vero scrittore d’oro, in realtà un famoso ministro, e vuole rimanere anonimo, protetto dallo pseudonimo J.L.B. e dal volto di Benjamin. L’impresa, che sembra umiliante e svilente come tutti gli incarichi di Capro Espiatorio al Taglione ma parecchio remunerativa, dovrebbe essere uno scherzo per Benjamin, ma ovviamente, quando di mezzo c’è la famiglia Malaussène, nulla è come sembra e i colpi di scena sono dietro l’angolo.
C’è ben poco da dire su questo romanzo sennonché si tratta dell’ennesima bella prova dell’ottimo Pennac, che con la sua ironia e fantasia ci dipinge una famiglia che è tanto splendida e semplice da risultare surreale. Mentre Parigi sembra un Far West di sparatorie, violenza, criminalità e menzogne, il candore estremo e la bontà dei Malaussène sono un faro nella notte, e rappresentano una speranza palpitante e contagiosa. Una serie di romanzi che inevitabilmente ha segnato la storia della letteratura contemporanea e che resta nei cuori dei suoi lettori. 

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