giovedì 31 maggio 2012

"Elettra", Amélie Nothomb

"Elettra" è un bellissimo racconto inedito di Amélie Nothomb. Elettra è una giovane svizzera sopraffatta da una passione estrema e compulsiva nei confronti di una popolarissima cantante rock canadese. L'amore ossessivo della ragazza per il suo idolo la porterà in giro per il mondo, ad ogni concerto ed esibizione della diva, fino ad una agognato e fatale incontro in cui una frase e un mazzo di gigli bianchi cambieranno in modo straordinario la vita di entrambe.
Nessuno come la Nothomb è in grado di descrivere le ossessioni, i feticismi e le manie di personaggi al limite del "normale" (a detta della stessa Nothomb "La lista dei comportamenti amorosi è infinita").Una piccola perla per i suoi fan pubblicata in occasione del ventesimo anniversario della rivista Vogue. 

mercoledì 30 maggio 2012

"Amy e Isabelle", Elizabeth Strout


Il io primo incontro con Elizabeth Strout non può che essere definito una folgorazione. Erano mesi che mia madre mi consigliava di leggere un libro meraviglioso che aveva acquistato per caso, “Olive Kitteridge”, ma io continuavo a scordarmi di metterlo nella mia personale lista dei libri da leggere assolutamente. Poi un’amica mi ha fatto un regalo inaspettato: di ritorno dal Salone del Libro di Torino mi ha portato in dono una copia autografata di “Amy e Isabelle” (dicendomi “So che tu la apprezzerai”). Non solo: ha trascorso un pranzo intero a decantarmi lo stile e la scrittura di questa adorabile signora americana e a parlarmi in tono entusiastico dell’incontro avvenuto al Salone tra lei e Paolo Giordano, che l’ha insignita del premio Mondello. Ovviamente ora l’ispirazione era arrivata e mi sono buttata immediatamente e a capofitto nella lettura di questo primo romanzo della Strout.
Amy e Isabelle sono una figlia e una madre della provincia americana degli anni Sessanta. Il loro rapporto (descritto come una linea nera che le collega e che si tende e si allenta ma mai si spezza) è esclusivo, profondo, a tratti opprimente. È una vita madre-figlia piena di segreti e omissioni, piena di aspettative e di continui rimproveri, caratterizzata da momenti di intolleranza e stizza che si alternano al bisogno estremo e viscerale l’una dell’altra. È un amore tanto profondo da risultare soffocante e la Strout ce ne descrive ogni possibile sfumatura, come se questo sentimento fosse una tavolozza colma di colori, dai più brillanti ai più scuri, che si mescolano tra loro in modo imprevedibile.
Amy e Isabelle sono due facce di una stessa medaglia, sono due donne così diverse ma anche estremamente simili. Più le dinamiche della vita le allontanano più il loro rapporto diventa necessario e claustrofobico.
La grandezza di questo romanzo sta nella capacità descrittiva della Strout: ogni minimo dettaglio viene catturato e dipinto dalla penna delicata, raffinata e preziosa di questa scrittrice. Questa eccezionale qualità di scrittura e descrizione è ciò che rende il lettore parte integrante della storia: ci sembrerà di essere con Amy e Stacy nel bosco dietro la scuola all’ora di ricreazione a fumare e mangiare crackers, o di stare seduti nel caldo opprimente dell’ufficio di Isabelle, di assistere ai discorsi oziosi delle segretarie, di percepire il sudore caldo e appiccicoso sul volto buono di Fat Bev. Il quadro che la Strout abilmente dipinge è fatto di suoni, odori, sensazioni, segreti più o meno grandi che tutti gli abitanti della quieta cittadina di Shirley Falls nascondono dietro la spessa coltre delle apparenze perbeniste tipiche della provincia americana. 
“Amy e Isabelle” è davvero uno splendido romanzo al femminile e la Strout una scrittrice di eccezionale talento. L’unico rammarico è che al momento abbia scritto solamente tre romanzi.

sabato 19 maggio 2012

"La Mennulara", Simonetta Agnello Hornby

Il 23 settembre 1963 muore a Roccacolomba, Sicilia, Maria Rosalia Inzerillo, detta La Mennulara. È lei la protagonista di questo romanzo d’esordio della scrittrice Simonetta Agnello Hornby, anche se, per l’intera storia ci sarà possibile conoscerla, scoprirla e capirla solo attraverso i racconti degli altri personaggi. La Mennulara è stata per anni la cameriera di una ricca famiglia di Roccacolomba, gli Alfallipe. Entrata al loro servizio all’età di 13 anni, è stata dapprima sguattera, poi cameriera personale della padrona, Lilla Alfallipe, ed infine, grazie alla sua straordinaria intelligenza, amministratrice di tutti beni della famiglia. Alla sua morte gli Alfallipe rimangono delusi dall’assenza di un testamento ma cominciano a ricevere lettere dalla morta, che li guida in una sorta di caccia al tesoro che li condurrà alle ricchezze che ha accumulato durante la sua misteriosa vita. In paese si scatena una vera e propria corsa al pettegolezzo in cui tutti, dai poveri ai più ricchi, parlano, discutono e giudicano la Mennulara e la famiglia per cui ha lavorato, nel disperato e vano tentativo di ricostruire la vita di questa donna chiusa e scontrosa. È proprio grazie ai ricordi, ai racconti, alle lettere dei vivi (e dei morti) che anche il lettore scopre e conosce le sfaccettature della Mennulara: “criata” onesta e proba che ha servito per anni il suo padrone, Orazio Alfallipe, con una devozione senza pari, ma anche donna d’affari cinica e spietata, rispettata persino dal capo mafia della zona.
Questa fiaba dolce amara di Simonetta Agnello Hornby ci porta nella Sicilia degli anni Sessanta, una Sicilia sull’orlo del boum economico che mostra tutta la sua bellezza e le sue contraddizioni. Roccacolomba è un topos letterario dove le storie si raccontano nei salotti raffinati ma vengono riportate anche nelle portinerie e nei mercati. Un luogo dove i nobili, ancora legati alla tradizione borbonica con i loro modi affettati, si mescolano all’emergente classe borghese arricchita; dove i ricchi e i poveri si contrappongono, vivendo insieme senza mai davvero interagire, se non attraverso la cortina dei gesti convenzionali dettati dalla tradizione. È un luogo dove la verità e la fantasia si mescolano passando di bocca in bocca, di casa in casa, fino a creare un’aura di leggenda attorno ai suoi protagonisti. E la Mennulara, è un personaggio che a questo gioco si presta, vista la sua riservatezza e il mistero che avvolge la sua vita. Si viene coinvolti non solo dal racconto della sua storia, ma anche dalle opinioni e dai giudizi degli abitanti del paese, passando di pagina in pagina dal considerarla vittima al considerarla carnefice.
Un racconto pieno di brio ed energia, dove l’io parlante varia continuamente e dove il senso di allegria e spensieratezza della calda terra siciliana si mescola con le ombre e l’amarezza della miseria, della mafia e dell’ingiustizia che ancora l’affliggono.
Una storia che sicuramente chi, come me, proviene da un piccolo paese apprezzerà particolarmente, ritrovandosi perfettamente a proprio agio nelle dinamiche di Roccacolomba e del suo telefono senza fili del pettegolezzo.

domenica 13 maggio 2012

"Bel Ami", Guy de Maupassant


George Duroy è un giovane mediocre, senza particolari talenti. Dopo essere stato nella legione francese di istanza in Algeria, tenta la fortuna a Parigi. Non è istruito né particolarmente dotato, ma è determinate, di bel aspetto e piuttosto fortunate. Per un caso fortuito incontra Forestier, un vecchio compagno d'armi con una avviata carriera di giornalista al quotidiano “La vie française”. Grazie ai suoi modi affabili, alla sua bellezza e alla sua scaltrezza, Duroy riesce a conquistare un posto al giornale e nella società dai ricchi intellettuali parigini.  l'irresistibile ascesa di George passa per una serie di dame ricche e potenti, delle quali diventa amante e confidente, conquistandosi il nomignolo di Bel Ami. Ma la sua sete di denaro e di potere pare implacabile e, per raggiungere sempre nuovi traguardi, gli inganni, le trame e le finzioni di Duroy diventano sempre più ardite e crudeli.
Ah, Bel Ami, Beli Ami. Mai protagonista di romanzo mi fu più odioso. Di pagina in pagina lo detestavo con più forza, via via che il suo arrivismo e la sua arroganza crescevano desideravo sempre più che il suo destino lo punisse per le sue intollerabili malefatte. George Duroy è privo di qualunque talento, ed è simbolo della ricerca del successo e della ricchezza fini a se stessi. Bel Ami è una sorta di velina dell’Ottocento. L’immagine che penso meglio riassuma la sua parabola e la sua vita è proprio la scena finale del libro: mentre esce dalla chiesa dove ha appena ingaggiato un matrimonio di interesse che lo renderà milionario alza lo sguardo e scorge il palazzo del Parlamento e ogni suo pensiero si focalizza sul suo nuovo ambizioso obiettivo. “Bel Ami” è un ottimo romanzo, di grande attualità, una riflessione sui mezzi che siamo disposti ad usare per arrivare laddove desideriamo. Seppur con qualche grossolana mancanza dal punto dell’intreccio (personaggi che compaiono e scompaiono senza troppe spiegazioni, riflessioni e spunti presto abbandonati) lo stile breve e sintetico e la feroce critica nei confronti di tutte le classi sociali, dai nobili ai borghesi parvenu, rendono sicuramente unica questa storia dalla trama semplice. 

giovedì 3 maggio 2012

"Guida galattica per gli autostoppisti", Douglas Adams


Arthur Dent si sveglia una mattina e intravede, fuori dalla finestra del bagno, una schiera di ruspe gialle, pronte a demolire la sua casa, che si trova esattamente sulla traiettoria di una nuovissima autostrada in progetto. Ciò che Dent non sa è che lo stesso destino sta per toccare alla terra. I vogon, razza aliena spietata e famosa per i suoi terribili componimenti poetici, con le loro navi spaziali, sono pronti a spazzare via l’intero pianeta per costruire un’autostrada iperspaziale. A salvare Arthur dal proprio destino sarà il suo amico Ford Prefect, all’apparenza scapestrato provetto attore, che in realtà è un alieno del pianeta Betelgeuse, curatore della “Guida galattica per gli autostoppisti”. Questo volume, best seller in tutta la galassia (esclusa la terra) , è una sorta di guida turistica per vagabondi interstellari, ricca di curiosità e aneddoti esilaranti. Grazie all’esperienza di Ford, i due riescono a fuggire dalla terra e, dopo una rocambolesca avventura a contatto con i terribili vogon, entreranno a far parte dell’equipaggio della “Cuore d’oro”. A bordo ci sono Zaphod Beeblebrox, presidente del governo galattico imperiale, l’umana Trilllian (con i suoi due topi da laboratorio) e a Marvin, un robot che soffre di depressione cronica. I tre sono in fuga per aver rubato la stessa Cuore d’oro, una nave spaziale dalla tecnologia super innovativa: la propulsione di improbabilità infinita. Con questa nave il folle e avido Beeblebrox vuole trovare il leggendario pianeta di Magrathea, dove i pianeti un tempo venivano progettati e realizzati su commissione, e dove i nostri eroi potranno scoprire qualcosa di davvero inaspettato sulla Terra e su una risposta alla quale tutti i pensatori dell’universo da milioni di anni cercano una domanda.
Devo ammettere di non essere una grande appassionata di fantascienza (forse sono troppo agnostica per potermi appassionare di extraterrestri, navi spaziali e invasioni aliene) eppure questo libro mi ha divertita e appassionata. Sicuramente il suo enorme successo mondiale è dovuto all’umorismo tagliente di Adams, alla sua freschezza linguistica e alle trovate ed espedienti letterari che contraddistinguono la sua opera e che non trovano eguali, in nessun genere. Assolutamente consigliato per chi cerca una lettura leggera, frizzante e spassosa.